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Xylella, procura di Lecce: “Ue tratta in errore. Batterio presente in Salento da 20 anni. Indagheremo su fondi emergenza”
By Archimede on 21.12.15 14:14 | Permalink | Commenti (0)
“Non voglio dire che l’Unione Europea sia stata ingannata, ma ha ricevuto una falsa interpretazione dei fatti – ha detto il procuratore capo Cataldo Motta in conferenza stampa – l’inchiesta non è conclusa”
“L’Unione Europea è stata tratta in errore da quanto rappresentato dalle istituzioni regionali con dati impropri sulla vicenda Xylella”: è la stoccata lanciata dal procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, all’indomani del sequestro di tutti gli ulivi salentini destinati all’estirpazione e dell’avviso di garanzia a dieci indagati, tra cui il commissario straordinario Giuseppe Silletti.
I PM: “ERRATA RAPPRESENTAZIONE DEL FENOMENO”
“Non voglio dire che l’Ue sia stata ingannata, ma ha ricevuto una falsa interpretazione dei fatti – ha ribadito Motta durante la conferenza stampa convocata in mattinata in Procura, a Lecce – . Uno dei dati non esatti è legato proprio alla diffusione recente del batterio sul territorio, ciò che è stato dato per scontato e ha motivato i provvedimenti di applicazione dei protocolli da quarantena”. Viene capovolta, così, l’intera prospettiva: secondo la ricostruzione fatta dalle pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, Xylella è presente nel Salento “da almeno 15 o 20 anni”. Cosa significa? Che “la quarantena per un batterio che sta sul territorio da tanto tempo dovrebbe essere assolutamente inutile” e, quindi, non sarebbe giustificata la proclamazione dello stato di emergenza fatta dal governo.
“Ue tratta in errore. Batterio presente in Salento da 20 anni. Indagheremo su fondi emergenza” e “Non voglio dire che l’Ue sia stata ingannata, ma ha ricevuto una falsa interpretazione dei fatti” – ha ribadito Motta durante la conferenza stampa convocata in mattinata in Procura, a Lecce –
Nell’emergenza in molti ci lucrano:coltivatori che vogliono ricevere i fondi d’emergenza o per la riconversione del territorio in attività piu’ redditizie nel breve e medio termine,i stati che sono in concorrenza con l’Italia (Spagna,Grecia e Portogallo) il cui olio è nettamente di qualità inferiore e l’apertura di nuove linee di approvvigionamento ad alto rendimento economico a fronte di un prodotto estremamente scadente,dei paesi del nord Africa, idea tanto cara,quest’ultima,alle multinazionali agroalimentari,le stesse che hanno spinto in modo pesante nell’olio di palma in un passato neanche tanto remoto.Riepiloghiamo:qualcuno,a livello politico ed economico,ha avuto l’interesse a dare una progressione erroneamente rapida nel tempo non giustificabile in 15-20 anni,un interesse “eccessivo” alla distruzione delle piante di olivo,uno scarso e sopspetto controllo delle istituzioni locali,nazionali e dell’UE,quest’ultima sicuramente oggetto delle multinazionali dell’agroalimentare.Da farci un film.