Politica e dirigenza pubblica

Ex dirigenti pubblici settantenni e pensionati  richiamati in servizio quali “commissari” con una diaria giornaliera di 500 euro al giorno, infilati dai partiti nei collegi sindacali, negli organismi di vigilanza e nelle commissioni di gara e di concorso. La riforma Renzi-Madia del 2015, che doveva garantire il ricambio nelle pubbliche amministrazioni, è stata svuotata a colpi di eccezioni per eludere i suoi stessi divieti e lasciare mani libere alla politica delle nomine per così dire mirate. Lega e M5S ? No,governo Renzi nel dicembre 2015. Un altro esempio dello stesso anno con la ministra Lorenzin  e il presidente della commissione Mario Oliverio e con i due che pretendono dire la loro. Risultato ? Dal cilindro di Palazzo Chigi esce il nome di Massimo scura. Professione ? Pensionato che alla veneranda età di 72 anni, con una pensione di 174.831 euro annui arrotonda la stessa con un’ulteriore indennità suppletiva di ulteriori 478 euro al giorno. Renzi il rottamatore che si circonda di “rottami”. La riforma Renzi-Madia                     (lgs n. 90/2014 )  aggirata dagli stessi  che l’hanno scritta ed approvata. Un altro caso a legge appena sfornata ‘ Sante Vella, ex funzionario dei Vigili del Fuoco che quell’anno spegneva le sessanta candeline. Neanche il tempo di uscire un’ultima volta dal suo ufficio che lo ritroviamo responsabile tecnico della sicurezza antincendio della Azienda Ospedaliera Maggiore di Novara e un’ulteriore reddito di 24.741 euro al mese. Arriviamo così, con  un balzo temporale, al 2018, con gli stipendi da fame di Camera e Senato che possono arrivare, ed in alcuni casi superare i 480 mila euro lordi. La dirigenza della Regione Sicilia è di fatto agganciata a quella del Senato della Repubblica. La spesa, secondo DIRSTAT, è di 175 milioni euro annui. Le retribuzioni del 44% dei 137 funzionari superano i 240 mila euro, con punte di 480 mila euro. Per i 249 documentaristi si  parla di 166 mila euro, i segretari parlamentari, così si considerano, superano il tetto di 155 mila euro, mentre la metà degli assistenti “parlamentari” sfiorano la somma  di 99 mila euro.Le motivazioni vanno ricercate nella sentenza che dal primo gennaio 2018 ha riportato gli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato della Repubblica ai livelli di prima del congelamento stipendiale. Lo stesso trattamento riceveranno i dipendenti dirigenti della Regione Sicilia a loro omogenizzati.C’è poi lo sterminato esercito dei direttivi  parzialmente omogenizzati,a colpi di 4 mila euro netti mese, ma che effettivamente non lo diventeranno mai.Od almeno sino alle prossime elezioni nazionali,locali o, meglio, europee. Un regalino non si nega a nessuno, tanto paga pantalone, cioè noi.

Aldo A.

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