La scommessa dei perdenti

Potremmo definirla la scommessa dei perdenti il tentativo congiunto del PD e di Berlusconi, e media collegati, di tornare in gioco prima, molto prima, della naturale scadenza elettorale. Un’idea questa partorita dal cavaliere di Arcore quando, fiutando un matrimonio contro natura, di Lega e M5S, si comportò come un bimbo bizzoso durante le consultazioni con il presidente Mattarella. Un governo che ha messo , per il momento, in un angolo un il governo del Presidente con alla guida Raffaele Cantone (molto apprezzato dallo stesso presidente) oppure Carlo Cottarelli (molto apprezzato dal dal FMI, BCE , Germania e speculatori). La possibilità che questo accada prima della scadenza naturale della legislatura risiede nella necessità di questi “attori”  di fare in un qualche modo cassa. Le difficoltà, le incomprensioni, le differenze delle priorità, delle forze governative determineranno la possibilità che questo accada.Determinante sarà per chi rema contro questo governo che questo accada prima delle prossime elezioni europee. Il progetto dei “perdenti” si basa sulla possibilità, quindi una nuova legge elettorale, alla “tedesca” , una sorta di pentapartito con un premio di maggioranza. Una legge ed un premio   questi   che dia a Mattarella, e quindi a B.C.E., F.M.I. e le tre sorelle (private) della certificazione del bilancio (debito), di influenzare pesantemente le elezioni politiche in casa nostra. Strumentale, fondamentale, in questo gioco dell’oca, il ruolo di Fico che non ha mai visto di buon occhio questo apparentamento con la Lega di Salvini, preferendo a questi l’intera sinistra,finanche anche Forza Italia, che però non hanno i numeri perché questo possa accadere. Ma mentre loro giocano al Gioco dell’Oca l’eredità legislativa dei governi di Renzi e Gentiloni, misurata in decreti attuativi arretrati è veramente pesante per il governo giallo-verde. Sia in termini di provvedimenti legislativi, sia in termini di natura contabili e di bilancio del governo Conte sino a rallentare, se non bloccare, l’iter di provvedimenti in itinere propri di questa neonata legislatura. Questo pesante fardello arretrato è costituito, o meglio era, da da 641 decreti attuativi, di cui 251 del governo Renzi e 390 del governo Gentiloni. Tra questi spiccano numerose leggi di bilancio che, per loro natura, richiedono un elevato numero di decreti attuativi. C’è davvero di tutto in questo elenco : dalla riforma della giustizia al decreto legge Concorrenza, passando alla Green economy. Le leggi e i decreti legislativi ereditati dal governo Renzi e transitati nel governo Conte hanno richiesto 840 provvedimenti attuativi. Il 70% di questi, ovvero 589, sono stati adottati entro il mese di luglio. Per quanto riguarda la squadra governativa di Paolo Gentiloni erano previsti nel complesso  564 decreti attuativi. Di questi  ne sono stati adottati 174 (30%). Il risultato è che molteleggi chiave sono ancora incomplete. Il governo Conte sta,dovrà, decidere quali e quante energie dedicare a perfezionare il lavoro colpevolmente lasciato a metà dai suoi precedessori. Tra questi numerose leggi di bilancio : quella del 2015 (governo Renzi ) necessità ancora di 14 decreti attuativi su un totale di 85 previsti. Quella del 2016 (Renzi) di 23 su 125. Quella del 2017, sempre Renzi, di 21 su 77 complessivi. Infine quella del 2018 , governo Gentiloni, con 97 da completare su un totale di 149, solo per le 4 leggi di bilancio. Restano da adottare per il governo Gentiloni 155 decreti attuativi. Molti altri provvedimenti arretrati sono nella stessa situazione, come lo”Sbocca Italia ” a cui mancano 6 decreti attuativi su 38previsti. Restano da adottare la metà dei 30 decreti attuativi per il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.L. n. 50/2016) , altri 9 decreti (su 31 ) per la legge n. 221/2015 sulla green economy.  Altri 3 decreti su 28  per la legge n. 107/2015 (Buona scuola), di 5 su 8 per quanto riguarda il D.L. .45/2014 sulla gestione dei rifiuti radioattivi. L’elenco di questi provvedimenti lasciati a metà da governi distratti è veramente lungo, con tutte le conseguenze del caso. Paolo Gentiloni, in questo modo, ha lasciato un pagherò di 16 miliardi di euro.Berlusconi nel 2011 prese un impegno che ancora oggi pesa sul bilancio dello stato per 12,5 miliardi di euro.E’ per tutto questo,ed altro non menzionato per ovvi motivi di spazio, che il PD e Forza Italia di Berlusconi vogliono mandare a casa l’attuale esecutivo giallo-verde. L’inesperienza di governo di molti ministri e parlamentari dell’attuale maggioranza, uniti ai “tecnici” posizionati dalle precedenti compagini governative, hanno fatto il resto. La tragedia di Genova, le infrastrutture della viabilità lasciata andare a pezzi, sono da imputarsi a ben altre maggioranze, a ben altri teatranti della politica. Da qui la scommessa dei perdenti che preferiscono  il F.M.I., la B.C.E.  , le tre sorelle (private) della certificazione , piuttosto che venga alla luce il vero stato del bilancio dello stato. Gli italiani devono aprire gli occhi e questo articolo, spero,li aiuterà in questo.

Aldo A.

4 commenti su “La scommessa dei perdenti”

  1. Il giovane Corallo parla del PD come si parlava quando veleggiava intorno al 30 %.Qualcuno lo avverta che i sondaggi lo danno all’8%, andando a braccetto in questo con FI del politicamente imbalsamato Berlusconi. L’Italia avrebbe bisogno di ben altro se non vuole diventare colonia, politica ed economica.Basta con questa classe politica della salamella !!!

  2. Roma e’ al capolinea. Meglio : L’azienda di trasporti interamente del Comune di Roma e’ al capolinea del tracollo dei conti. Le colpe. ? I partiti che hanno governato Roma. Quindi ll PCI/PD ( compreso la DC frantumata ) e l’attuale amministrazione M5S che onestamente sta dando il meglio del suo peggio possibile.Anche Forza Italia del cavaliere mascarato, con Alemanno, si è impegnato e molto nel tentativo di portarla al fallimento. La Raggi si è prodigata molto nell’aiutarli nel tentativo. Roma, dopo alcuni decreti Salva Roma, voluti da dalla sinistra e dal cavaliere mascarato, non hanno fatto che peggiorare il tutto. Il fiammifero e’ nella mano di Raggi ma le colpe sono da divedersi tra i partiti e i cittadini elettori che continuano ad intonare: ” Oste portace n’atro litro che noi ce lo bevemo…”

    1. dico sempre che per “sistemare”Roma ci vuole un ex generale delle SS, altro che la raggina.
      P.S se non se ne trovano più di generali,l’alternativa è un colonnello delle forze speciali italiane con carta bianca e con dieci palle.Altro non c’è.
      Saluti

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