Chi curerà la Sanità ?

Possibili sviluppi dell’Inchiesta sulla Pandemia ancora in corso. Come si legge dalle pagine di un Quotidiano di Milano, una Fonte vicina alla Procura che indaga per Epidemia colposa, sarebbero pronti a partire una raffica di Avvisi di Garanzia, con i primi Indagati, Con il Ministro della Salute, Speranza, che già trema. L’Ipotesi su cui starebbe lavorando la Procura guidata da Antonio Chiappani, ruota intorno ad una Direttiva dell’Unione Europea, la 1082 del 2013, ratificata dall’allora Ministro della Salute Beatrice  Lorenzin, che obbliga il nostro Paese a sviluppare un Piano Generico di Preparazione ad una serie di Minacce tran-frontaliere , che potrebbero costituire un’Emergenza  Sanitaria Internazionale. Un obbligo che non sarebbe stato rispettato. E’ questa la tesi del Pubblico Ministero, dai Ministri e dai Dirigenti del Ministero della Salute. Nel mirino , si legge, ci sarebbero la stessa Ministra Lorenzin, Giulia Grillo e Roberto Speranza, i titolari del Dicastero della Salute dal 2014 ad oggi. Nel mezzo ci troviamo tutti quelli che durante la Pandemia hanno avuto un Ruolo Attivo durante l’Emergenza Sanitaria. La Guardia di Finanza ha già acquisito le False Dichiarazioni al Pubblico Ministero, di Silvio Brusaferro e il Capo di Gabinetto del  Ministro della Salute, Speranza, Goffredo Zaccardi, Giulio Gallera e l’ex Direttore Generale della Sanità della Regione Lombardia, Luigi Caiazzo. Ma l’elenco è veramente lungo, e le indagini non significano necessariamente Colpevolezza. Non Solo. Nel Mirino c’è la mancata “Zona Rossa” in Val Seriana, e l’improvvida riapertura, il 23 Febbraio 2020 , del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Alzano Lombardo, dove erano stati scoperti i primi casi di Positività sul Territorio. L’ex Direttore Medico dell’Ospedale di Alzano punta il dito contro il Pirellone e il Ministro della Salute, Speranza. Ma di questo si parlerà nei prossimi anni, nelle Aule Giudiziarie. Di certo c’é una volontà trasversale di nascondere la “polvere”  sotto il Tappeto Giudiziario.

Aldo A.

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