Psicologia delle folle
“Psicologia delle folle” è senza dubbio uno dei libri più importanti del Novecento.
Pubblicato nel 1895 ha anticipato l’uso strumentale delle folle e la stagione di tutte le più grandi dittature, con una capacità previsionale inquietante.
Ha influenzato Sigmund Freud, Theodore Roosevelt, Benito Mussolini, Vladimir Lenin e molti altri, perfino il padre della propaganda Edward Bernays.
Gustave Le Bon (1841-1931) ha spianato la strada alle emergenze di una nuova disciplina, la psicologia sociale diventando un testo fondamentale di Sociologia della comunicazione.
Alla base c’è un’intuizione geniale: la logica che presiede i comportamenti collettivi differisce totalmente dalla psicologia individuale. Le folle sono una forza distruttiva, prima di una visione d’insieme, indisciplinate: una vera e propria anima collettiva. E questo rende le folle facilmente orientabili e influenzabili, e gli ultimi quattro anni sono da manuale.
Gustave Le Bon è stato un medico, antropologo, psicologo sociale e sociologo francese. Considerato un genio, da molti illustri personaggi dell’epoca!
“La folla è irrazionale e risponde a fattori stimolanti immediati. Il suo comportamento è dominato dal contagio e da imitazione. Le persone agiscono quasi fossero in una situazione di sonnambulismo. Ragiona per immagini, non per concetti razionali, e a guidarla è il capo, ammaestratore delle folle, colui che in grado di portarle anche verso la distruzione dell’ordinamento esistente e lo fa tramite il linguaggio.
La folla non vuole usare la ragione, ma essere guidata, quasi fosse un branco animale…”. Vi ricorda nulla?